Archivi categoria: cultura

tacchi

Tutti sbagliamo, e le persone che ci vogliono bene cercano di farcelo notare per evitare che sbagliamo ancora. La categoria di rimproveri che personalmente preferisco, perché più innocua e al tempo stesso più schietta e accanita, è quella dei rimproveri estetici. Questo genere di osservazioni rivela una morale inconscia ma collettiva, una serie di assunti fondanti che pochi si sognano persino di mettere in discussione. Continua a leggere

consigli di lettura

Come dicevo mi sono trasferita in montagna, e da qui posso finalmente fare ciò che la mia volontà da sola non bastava a fare: stare lontana da internet. È bastato non volere una connessione in casa. Questo sta già garantendo un grande risparmio di tempo e di denaro. Se poi ho bisogno di connettermi vado in un bar (che ovviamente costa) o nella biblioteca pubblica (aperta solo qualche giorno e solo per un paio di ore il pomeriggio), entrambi raggiungibili con venti minuti di cammino* o un viaggio in corriera, che però costa un euro e venticinque all’andata e altrettanto al ritorno. Ho insomma frapposto abbastanza ostacoli fisici ed economici tra me e internet da utilizzarlo infinitamente meno di prima e solo quando mi serve. Continua a leggere

la storia dell’orso

Come forse avrete sentito, l’orsa Daniza è morta, anzi è stata uccisa, ufficialmente e probabilmente per errore, sotto effetto di quella che doveva essere un’anestesia. Continua a leggere

non contattate

È una strana sensazione stare davanti al computer a leggere una notizia allarmante dopo l’altra (l’ebola, l’agonia della democrazia italiana, Gaza, gli aerei che cadono…) sapendo di non poter far nulla, almeno al momento, e volendo però comunque sapere cosa succede e formarsi delle opinioni. Una notizia che mi sembra non sia stata ripresa dai media italiani, ma che mi ha colpito molto, è questa: una tribù di indigeni dell’Amazzonia è fuggita dal Perù fino in Brasile (confini che per loro, presumibilmente, non significano nulla) in seguito a un attacco da parte di non-nativi che deforestano illegalmente e trafficano droga. Sono venuti a chiedere armi e aiuto, e rischiano già solo per questo di morire di influenza, a cui non hanno immunità. Continua a leggere

volatili

L’Areoporto di Ronchi dei Legionari ha versato due milioni di euro ad Alitalia per la “promozione turistica” della nostra regione. Si tratta di soldi stanziati dalla Regione. Un milione è servito per far dipingere un airubs 319 con il logo di Turismo FVG e uno stormo di colibrì. Continua a leggere

disuguaglianze e diversità

Non si è ancora capito se Renzi ce la farà a ridurre gli stipendi dei manager, dato che finora pare che non possa, o voglia, imporre dei tetti per legge. Continua a leggere

Bangladesh

Metto subito il link a questo reportage del Guardian sulle fabbriche di vestiti in Bangladesh, sul Rana Plaza e sulle conseguenze tragiche del nostro consumismo; lo metto subito perché è multimediale e fa un sacco di rumori quando si apre, quindi ne libero il mio browser prima che mi rincoglionisca (ah, l’horror vacui dei nostri tempi ansiosi…). Continua a leggere

libri, in generale

È recentemente uscito un rapporto dell’Istat secondo cui nel 2013 più della metà della popolazione italiana oltre i sei anni non ha letto nemmeno un libro (esclusi quelli letti per motivi scolastici e professionali). I “lettori”, in Italia, sono 24 milioni. Tolti i 3.3 milioni di bambini con meno di 6 anni, significa che in Italia ci sono circa trenta milioni di persone che non leggono libri. Detta in un altro modo, i non lettori sono più della metà della popolazione italiana. Per una come me, che scrive e vende libri,  è una notizia sconfortante. E non solo per motivi economici, ma anche perché il libro non è un hobby di nicchia ma il contenitore potenziale di tutta l’esperienza e la scienza umana. Sapere che sono così pochi quelli che lo capiscono deprime parecchio. Continua a leggere

libri!

C’è un bar a Udine che non ha un listino prezzi. Il costo di un bicchiere o di una pastasciutta è discrezionale: dipende dal giorno della settimana, dal fatto che ci sia musica o meno, dalle simpatie dei gestori… non è ufficiale ma si sa. Continua a leggere

Travesio

Chi è particolarmente sensibile alla realtà ai temi ambientali e delle risorse dà ormai per scontato, sulla base di una mole immensa di evidenza scientifica, che se non cambiamo rapidamente i nostri stili di vita e il nostro modo di produrre e consumare, e se non riduciamo i nostri numeri, la nostra civiltà collasserà e la stessa sopravvivenza dell’umanità sarà a rischio. Esiste però un’altra possibilità, anche se meno probabile: che gli “ottimisti” abbiano ragione e che all’ultimo momento delle soluzioni tecnologiche rendano possibile ottimizzare ancora l’uso delle risorse e salvarci dal disastro senza nemmeno sacrificare le comodità a cui siamo abituati. Potremmo crescere ancora economicamente e demograficamente, come molti, forse la maggioranza, auspicano. Anche se questa previsione si avverasse, ed è molto improbabile, sarebbe necessariamente una buona cosa? In che mondo ci troveremmo a vivere? Sarebbe un mondo orrendo, coperto di città e agricoltura intensiva, in cui non ci sarebbero più foreste o spazi selvaggi, in cui vivremmo impilati l’uno sull’altro e di tantissime specie animali e vegetali che oggi ci incantano non rimarrebbe che il ricordo. Magari, disabituati alla vera bellezza e sempre più compressi, ci consoleremmo con quel poco che rimane: cani, gatti e canarini. Continua a leggere