dalla Val Susa – quarta e ultima parte

terza parte

E comunque c’è chi non si fida di me, mi fa uno strano effetto. I presidianti sono abituati a tenere gli occhi aperti in caso di infiltrazioni di polizia e carabinieri. Una sera, non ricordo se sabato e domenica, in piazzetta ci sono due tizi con l’aria smarrita e un po’ tonta che si guardano in giro – nessuno li conosce. La tecnica per smascherare gli infiltrati è andare dagli individui sospetti e chiedere: “da dove venite?” Se dicono il nome di un paesino della valle si cerca di capire se qualcuno di lì li conosce, o si fanno domande a cui un vero paesano saprebbe rispondere. Di solito sentendosi smascherati si allontanano, o così mi viene raccontato. La cosa assurda è c’è chi sospetta di me. Non mi piace, mi sento gli sguardi addosso, capisco il senso di certe domande, sento addirittura dire frasi offensive – “io non l’ho mai vista…”, mi mortifica dover dimostrare qualcosa che per me è ovvio, cioè chi sono.

Domenica notte la passo nel boschetto con i ragazzi che vengono da Roma. Hanno legna per un falò di ore. Quando ormai quasi tutti sono entrati nelle tende per dormire, inizia a piovere. E’ una pioggia delicata, fermata in alto dalle foglie dei castagni, che non mi sfiora nemmeno. Resto a scaldarmi al fuoco all’aperto, finché i capelli sanno di fumo e l’acqua oltrepassa le fronde e inizia a cadere anche su di me. Salgo alla piazzetta. C’è gente dappertutto, dorme sui cartoni per terra, sotto il tendone, sospesa tra due sedie, a faccia in giù sui bancali. Sembra una convention di barboni. Io mi sdraio davanti al muro dell’azienda agricola, sulla pietra, all’aperto. La pioggia mi cade accanto ma non mi bagna. Dormo come una regina. Mi sveglio con le formiche che mi scorrazzano sul sacco a pelo.
Lunedì fa freddissimo e piove. Una manifestazione sì tav piuttosto farlocca viene organizzata dalla CISL a Susa. Osservatori e giornalisti favorevoli dicono che ci saranno sì e no duecento persone. La decisione collettiva è di non rispondere alla provocazione e di lasciare che sfilino pure, senza contromanifestare. Sono molti meno di noi (centinaia e in continuo ricambio che facciamo qualcosa di molto più faticoso e rischioso di una marcia diurna), ma i media non lo sottolineano.
Io sono esausta e mi decido ad accettare l’offerta di un pile. Me lo danno Valerio e Antonella, due persone di una generosità straordinaria che mi offrono anche il pranzo, la doccia, e un divano letto su cui dormire. Mi sento rigenerata e torno al presidio per l’ultima notte – volevo andare via, ma letteralmente ho fatto 30 e farò 31. Continua a piovere, saranno dieci gradi. Un fuoco arde in un bidone sotto alla pioggia. Qui c’è gente che di giorno lavora e di notte presidia – non so come fanno a reggere. E’ tutto ordinato e pulito, si fa la raccolta differenziata anche qui in mezzo al nulla. Sono a Palermo adesso, è bella ma vedeste come è sporca e puzza. In Val Susa la gente da sola riusciva a dividere i rifiuti e non lasciare cesso dietro di sè.
Serve che vi dica che non è venuto nessuno neanche il primo giugno? Né polizia, né operai. Non potevano: eravamo in troppi che aspettavamo solo di fermarli.
La cosa che dovrebbe far incazzare, io credo, qualsiasi cittadino italiano, è che questi cialtroni continuano a procrastinare da anni – non sono riusciti a rispettare la scadenza e se ne sono dati un’altra.
“Giugno ha trenta giorni e sono quelli che separano la Torino-Lione dal giudizio finale dell`Europa”, annuncia La Stampa. Se non inizieranno i lavori entro fine giugno, “salteranno i fondi europei”. Ma come? Non dovevano già essere saltati? Quanto altro tempo e soldi hanno intenzione di buttar via con questa sceneggiata? Tanto la TAV non la faranno mai. I valsusini non glielo permetteranno. Si sono già riversati su Venaus in decine di migliaia, per smontare un cantiere con le mani nude e accerchiare la polizia. Lo rifaranno se necessario.
I no tav restano al presidio. Qui c’è la loro versione di quello che sta succedendo lassù, per chi li vuole seguire.
Io parto il primo giugno in treno da Bussoleno. Arrivo alla stazione di Torino in mattinata. Fa freddo, non c’è una sala d’aspetto, i bagni sono solo a pagamento, e così anche l’acqua. Ho nostalgia della Val Susa, dove quel poco che c’era era di tutti.

24 risposte a “dalla Val Susa – quarta e ultima parte

  1. Pingback: dalla Val Susa – terza parte | gaia baracetti

  2. Ciao Gaia, report molto bello, ti pregheremmo però di non entrare troppo nei dettagli, a qualcuno di noi non sono piaciuti, più fai letteratura, meglio è

  3. ciao alessio – mi dispiace. non ho messo nomi apposta, ma se c’è qualcosa in particolare che vi ha offeso/ fatto sentire sputtanati potresti dirmi cos’è e se possibile lo tolgo? (gaiabaracetti@yahoo.com se vuoi dirmelo in privato)

  4. Lasciamo perdere…forse sarebbe meglio che ti trovassi un altro posto per le tue prossime vacanze alternative…te lo scrivo con il sorriso sulle labbra e senza alcun rancore e con amicizia ma qui ci si gioca il futuro, e non si gioca

  5. gaiabaracetti

    sono contenta di non avere il tuo rancore.

  6. Comunque ti ringraziamo per il tuo report ma è meglio che, in questa fase, qui in LRM ci siano solo elementi fidati al 100 per 100. Non offenderti, ma siamo un po’ nervosi e diffidenti oltre misura. Scusa, per curiosità, ma tu frequenti spesso situazioni come la nostra, cioè parti e stai lì, in attesa di scontri o altro?

  7. gaiabaracetti

    no, non sono una turista della protesta, se è questo che pensate, né sono venuta per gli scontri, ma per vedere com’erano le cose, e poi è chiaro che una volta lì aspettavo che arrivasse qualcuno come lo aspettavano tutti. rivendico il diritto di raccontare quello che ho visto, a maggior ragione perché non ho messo in pericolo nessuno e non ho fatto nomi, perché non avevo chiesto il permesso di fare nomi. penso che tutto quello che ho raccontato sia di interesse comune ed è giusto che la gente sappia. se poi il problema è qualche informazione specifica, potete scrivermi e la tolgo, ma vorrei sapere anche con chi sto parlando

  8. Ma perchè vuoi sapere con chi stai parlando? Perchè ti soffermi tanto sulla questione infiltrati? Perchè spieghi per filo e per segno la storia delle barricate? Dove sei stata, a Torino, prima di ripartire per Palermo?
    Scusa eh, ma ci sono un po’ di stranezze

  9. gaiabaracetti

    Mi sono soffermata sulla questione infiltrati perché non era tutto rose e fiori lassù, ma c’era un certo clima di sospetto, per quanto comprensibile, e volevo raccontare anche questo. La storia delle barricate mi sembrava interessante, per chi leggeva. Gli abitanti di una valle sono costretti a difendersi in questo modo per evitare uno scempio alla loro terra, questo mi ha colpito e lo volevo raccontare. Io penso che non si dovrebbe arrivare a tanto e la questione delle barricate la vedevo come una violenza ai presidianti, non viceversa. Le ho descritte perché si vedono non appena si arriva lì, ma se è tanto pericoloso posso toglierle.
    A Torino sono stata in stazione, e poi sul treno per Genova da cui ho preso il traghetto per Palermo.
    Volevo sapere con chi stavo parlando non nel senso di nome e cognome, ma per rendermi conto se ho veramente offeso le persone con cui ho interagito nei miei giorni lassù, nel qual caso devo aver commesso grossi errori di valutazione, o se a preoccuparsi per quello che ho scritto sono una minoranza di quelli che hanno letto.
    Ho abbondato nei dettagli perché quando scrivo se posso faccio così, altrimenti mi sembra tutto un po’ astratto.

  10. alessio! qui lo strano sei tu, datti una regolata, te lo scrivo con il sorriso sulle labbra ahahahahahah!

  11. beh, chiudiamola qui. E’ che siamo un po’ nervosi……comunque scrivi “troppo” nene…..

  12. Gaia, meglio buttarla sul ridere… pensa che ai tuoi amici e parenti potrai raccontare che una volta sei perfino riuscita a farti scambiare per un’infiltrata della polizia da un gruppo di persone impegnate in questa condivisibile causa a cui volevi dare un supporto sincero e gratuito, anche solo testimoniando in maniera diretta e dettagliata le difficili condizioni del contesto che hai visitato (che penso siano causa anche della tensione e del nervosismo, a mio avviso eccessivo, che caratterizzano questi commenti)!

  13. chi cono9sce Gaia sa che non può avere secondi fini, non è nella sua natura.
    Per fortuna Gaia non si arrende (v. link appena lasciato).
    Io penso che la situazione dovrebbe essere più nota: non se ne parla molto (ieri sera mi ha colpito un servizio al telegiornale delle 20 su La7).
    Chi è lì a presidiare dovrebbe volere che l’opinione pubblica fosse a conoscenza della situazione e avere l’appoggio dei tanti che penso siano d’accordo sul noTAV.
    Invece non se ne sa molto, io ho letto qualcosa perchè seguo il blog di Gaia.
    Non siate diffidenti, gente della noTAV che difende la Val di Susa, cercate il sostegno degli italiani-e non solo-che sono dalla vostra parte!
    Non siate diffidenti, raga

  14. Spero di non urtare la suscettibilità di nessuno, ma ritengo che chi biasima Gaia per i suoi post sulla Val Susa sia davvero molto miope, non accorgendosi che questi articoli sono un validissimo mezzo tanto per raccogliere il consenso delle persone attorno ad una giusta causa, quanto perché costituiscono una preziosa fonte di notizie rispetto ai media ufficiali che – quando non omettono completamente – quantomeno riportano in modo inesatto ed impreciso.
    Poi – sinceramente – credo che le forze dell’ordine, se abbiano bisogno di informazioni relative al potenziale «campo di battaglia», utilizzino ben altri mezzi di intelligence a cui attingere, che non ai post di Gaia. Cerchiamo di restare coi piedi per terra… forse era il caso di ringraziarla, non di rimproverarla. Io sinceramente la ringrazio perché con i suoi post mi ha dato notizie di prima mano su situazioni di cui si parla poco e – ahimè – troppo faziosamente.

  15. uno dei problemi di certi ambienti (e parlo di cose che conosco perfettamente) è quello di tenere nascoste troppe cose, come se le persone non potessero capire, come se la polizia avesse davvero bisogno di informazioni di una free lance poco conosciuta per chissà cosa. ho letto tutto quello che hai scritto gaia, sei stata brava (sempre un po’ troppo naif come al tuo solito eheh) e vorrei sapere chi sei alessio perché sei proprio un deficiente. le domande che fai sono ridicole, ma cos’è la stasi?! non tollero veramente questo clima di diffidenza gratuita, gaia sarà un po’ ingenua per certe cose, proprio perché non è una militante abituata a delle logiche di segretezza che a volte hanno un loro motivo di esistere altre no. ma non è stupida, se hai tanta paura degli infiltrati e se sei veramente dentro il movimento no tav penso tu sappia bene come funzionano le infiltrazioni. non ho mai conosciuto un poliziotto che tiene un blog e rivela importanti informazioni strategiche ai suoi lettori. sei ridicolo, antipatico e paranoico. delle lotte popolari bisogna parlare se si vuole l’appoggio di chi non vive quelle situazioni, la lotta contro la tav è la lotta di tutti, non solo di chi vive nei presidi e dietro le barricate. e ti parla una persona che le botte dalla polizia le ha prese. il più grande errore della sinistra (in senso lato) è quello di essersi chiusa in se stessa, lontana dalla gente, dalle strade e dalla tanto odiata opinione pubblica. da soli non si è mai fatto niente. detto ciò, gaia, mi è piaciuto quello che hai scritto.

  16. “…delle lotte popolari bisogna parlare se si vuole l’appoggio di chi non vive quelle situazioni, la lotta contro la tav è la lotta di tutti, non solo di chi vive nei presidi e dietro le barricate… il più grande errore della sinistra (in senso lato) è quello di essersi chiusa in se stessa, lontana dalla gente, dalle strade e dalla tanto odiata opinione pubblica…
    Cavolo! In sole 5 righe hai condensato il disastro di 15 anni di storia della sinistra italiana… spero che quella nuova, di sinistra, darà spazio a gente lucida come te! 🙂

    ciao

    mk

  17. Primo, deficiente, caro Testa forse di c….., sarai tu. Secondo, qui in Val Susa stiamo conducendo una lotta da vent’anni e ci sono regole da rispettare, buon senso, rispetto per chi lotta sacrificando da anni la propria vita. E allora diciamocela tutta la verità, i report di Gaia saranno anche una cosa carina, anche inoffensiva, ma lasciano – secondo me – a chi li legge un’immagine distorta di quanto va accadendo, a metà tra il buonismo retorico e lo zelo maniacale per dettagli insignificanti. E trovo – sempre seconde me, senza dare del deficiente a chi non la pensa così – inopportuno il tono e il modo, se Gaia tornasse, glielo direi in faccia, anche se alcuni di noi preferibbero che queste life-esperience restassero isolate, magari la prossima volta, chissà, meglio magari un tour in Pakistan

  18. Caro Alessio, ti ringrazio per il ‘deficiente’ e per il ‘Testa forse di c…’ (mi hai riportato ai tempi delle scuole elementari!), volevo solo segnalare alla tua attenzione che non sono stato io a definirti ‘deficiente’ (la mia umile educazione non mi consente infatti di usare questi termini, soprattutto con persone che non conosco). Se sforzi un attimo il tuo senso visivo, ti accorgerai però che il post nel quale vieni offeso ha un autore diverso (l’autore del post è indicato in grassetto prima del testo, e non sono certo io per i motivi di cui sopra). Io mi sono solo limitato a:

    1. esprimere la mia soggettiva disapprovazione per chi critica i post di Gaia che, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, ha svolto ancora una volta un ottimo servizio, rendendomi partecipe dei fatti della Val Susa con la sua prosa godibilissima;

    2. complimentarmi con l’utente «prisca» (che peraltro non conosco), perché il giorno precedente al suo post ho impiegato circa 20 minuti (annoiando sensibilmente alcuni miei amici) nel criticare gli ultimi errori commessi dalla sinistra, quando se avessi usato le sue parole (quelle del «prisca») avrei impiegato solo 3 secondi e forse mi sarei espresso pure meglio.

    Mi permetto di fare solo una considerazione, giusto perché dalla «veemenza» dei commenti ritengo di avere circa il doppio dell’età quadratica media di tutti gli altri autori (sinceramente mi pare ci sia troppo testosterone in giro): è brutto vedere persone che hanno gli stessi obiettivi (il NO alla TAV in Val Susa) insultarsi tra loro o apostrofarsi in malo modo; è ancora più brutto quando tutto ciò avviene nel blog di chi mi pare sempre tesa a non scrivere pezzi urlati o che facciano facile presa sull’emotività dei lettori. Forse non vi piacerà il suo stile, la sua visione del mondo e della società, o quant’altro; però almeno riconosciatele il diritto di dire la sua nel suo (!) blog, e la disponibilità che dimostra sempre a qualsiasi critica. Ciò detto, mi scuso fin d’ora se ho potuto offendere la sensibilità di qualcuno, come per altro avevo già espresso all’inizio del mio primo commento.

  19. Per favore, basta con gli insulti (riferito a chi ne ha fatti, ringrazio invece chi è rimasto pacato). Si può approvare o dissentire, si può criticare ma non offendere, e se ci saranno ancora attacchi personali, sarò costretta a cestinare i commenti, cosa che ovviamente non mi piace fare.
    Riguardo all’immagine distorta che avrei dato, io ho riportato quello che ho visto e pensato in sei giorni, precisando che arrivavo impreparata, e non spacciando ciò che ho scritto per nient’altro che un resoconto personale, che comunque continuo a rivendicare.
    Se tu, Alessio, pensi che io abbia omesso o distorto qualcosa, puoi entrare nello specifico e dire come stanno veramente le cose, puoi anche farlo in un commento a questo blog. Sarebbe sempre più utile di critiche vaghe accompagnate da inviti a non tornare

  20. non è questione di insulti, è proprio quello che penso. gli insulti gratuiti sono una cosa, le considerazioni sui movimenti sono un’altra. ribadisco che so di cosa parlo, perchè io faccio il mio e conosco certi ambienti, e proprio per questo mi dà molto fastidio la chiusura di alcune lotte. paradossalmente chi lotta per una società, un sistema diversi fa uno degli errori del mondo contemporaneo ovvero quello di non capire che da soli non si va da nessuna parte. io non porto avanti la mia militanza e le mie idee snobbando chi se ne interessa, anzi cerco di far capire le mie posizioni e il mio impegno a chi-per fortuna-da fuori vuole capire. vorrei sapere chi sei alessio perché forse a luglio verrò in val di susa e mi piacerebbe dirti in faccia queste cose. non sopporto davvero gli arroganti presuntuosi che si sentono minacciati da tutti! infiltrata? viaggio in pakistan? ma ti rendi conto della differenza tra una persona che viene a vivere qualche giorno con voi sforzandosi di capire e un giornalista imbecille che scrive articoli solo per leccare il culo a qualche potente? sempre a criticare, sarà un vizio del nord

  21. e questa sarebbe l’istigazione alla commissione di reati….

  22. Pingback: “Alessio” | gaia baracetti

  23. Ci tengo che tutti sappiano che “Alessio” manda i suoi email da computer del giornale La Stampa, diffonde false voci e si fa ‘proteggere’ da un giornalista del quotidiano… forse che neanche esista?

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