Presa in giro

Se qualcuno ha voglia di parlarne, ecco il tema di oggi. Dunque: si impedisce alla gente di uscire, giusto, uno non può neanche andare a farsi l’orto nel suo campetto, ci viene detto che sta marcendo il cibo nei campi perché nessuno lo raccoglie, MA moltissime fabbriche, tra deroghe furbastre, maglie larghe della legge e tentativi di farla franca, sono ancora aperte, pure nei posti più colpiti come Bergamo e Brescia (come documentato dai giornalisti che ancora vogliono e possono diffondere informazioni, e dalle voci di chi sta denunciando questa cosa). Chi difende le aperture dice: “bisogna guadagnare per pagare la sanità”, che fa ridere, o forse piangere, perché mi sembra una cosa da pazzi per così tanti motivi che non saprei da dove cominciare. Se volete, cominciate voi. Io sono sgomenta. Siamo comandati da una banda di industriali cinici, avidi e parassitari e nessuno vuole almeno, dico almeno, ammetterlo. Per chi, per cosa, ci stanno chiedendo di sacrificarci?

 

[Tanto più che l’inquinamento generato da questa iper-attività economica padana potrebbe aver favorito, secondo alcune ipotesi, la diffusione del virus e la vulnerabilità ad esso]

56 risposte a “Presa in giro

  1. Concordo su tutto. Un festival dell’assurdo. La “normalità” di prima ha portato alla situazione di oggi. La gente vuole tornare alla normalità che non potrà più esserci e, se ci sarà vorrà dire che avremo ignorato l’avviso numero uno del nostro pianeta. E non so se ce ne saranno altri.

  2. Marcosclarandis

    Gaia, non sgomentarti.
    Se non ti annoia, ti propongo questi versi che sono il mio tentativo di esprimere la terribile consapevolezza di quanto sia folle la nostra natura umana.
    Comunque, il Cosmo appare capace di follia incommensurabile, stiamo accumulandone prove sempre più inconfutabili.
    Questo mi conforta.

    Sì siamo tutti pazzi
    di tutti i più pazzi siamo noi
    più di quelli che ci hanno preceduto
    desiderosi di genìa più pazza ancora
    chi fa parlare le formiche coi lombrichi
    le marmotte con le querce i funghi
    le pentole con le pendole le spugne
    da sempre affrescandone le grotte
    fa marciare schiere di martelli
    come fossero squadroni in armi
    per illudersi con luci proiettate
    d’aver dal nulla ricreato mondi
    chi punta lenti vitree ed elettroniche
    verso l’infimo e il remoto immenso
    chi conta e riconta appaia inverte
    rovescia guanti proporzioni per carpire
    quale magìa permuta una metà in doppio
    nessuno nessuno come noi nessuno
    se potessimo stenderemmo un ponte tibetano
    verso il lume ciclico per raggiungerlo
    in cammino e col permesso in bicicletta
    lì giunti ammirare nel silenzio inevitabile
    lo stupendo azzurrino manicomio
    quindi ammattiti riportare indietro
    con le suole sui pedali un velo
    di quella quieta polvere impregnata
    di quell’amante di follia che é il senno
    facile ad ogni passo a perdersi.

    Ciao! Marco Sclarandis

  3. gaiabaracetti

    Mi è stato detto che Potere al popolo sta seguendo molto la questione delle fabbriche aperte e degli operai costretti a lavorare. Purtroppo mi è stato anche detto che usano canali social (facebook in particolare) e io non ce l’ho.

  4. Non è il cattivo padrone lo stato clericofassista (che vogliono sostituire con quello islamicoarcobalengo, l’entropia esiste!) che li costringe a lavorare.
    Si tratta della vita per cui almeno un paio di volte al dì devi mettere qualcosa nel piatto, quando schiacci l’interruttore la corrente elettrica non si crea per magia dal nulla, etc . .
    In natura non si mangia gratis, Gaia!
    Aggiungere la questione risparmi-e-previdenza zero della quale si discuteva nella pagina precedente.
    Buondì

  5. Guarda, non ci credo, ma neanche un po’! Se ti fermi per uno o due mesi non muori di fame, se fai andare avanti l’epidemia muori di Coronavirus. La Lombardia è un’area ricchissima, che avrebbe riserve economiche per andare avanti senza lavorare probabilmente anni. Inoltre le cose che stanno producendo, dalle armi ai rubinetti, sono inutili o distruttive, non si tratta di mettere cibo nel piatto, anzi. Il cibo nel piatto lo dovrebbe mettere l’agricoltura, che invece è in parte ferma, a cominciare dagli orti che non ti fanno fare fino alla carenza di manodopera.
    Se il problema è non produrre, allora non avrebbero dovuto fermare nessuno, se invece si è deciso di fermare qualcuno allora ci si ferma tutti, se no i sacrifici di metà della popolazione vengono vanificati dall’altra metà, e non ci guadagna nessuno. Bastava resistere un pochino di più per fare passi da gigante nella riduzione del contagio; così si è perso tempo e vite.
    Questa storia del “dobbiamo lavorare per mangiare” detta da gente ricchissima che pensa solo ai soldi (ripeto: non ci rendiamo conto di cosa è la Lombardia), e che con quello che ha già sfamerebbe tutto il paese fino a fine epidemia, è credibile meno di zero.
    Avidi, e basta.

  6. Tanto più che era *già* previsto che i settori essenziali continuassero. Sono quelli non essenziali che dovevano fermarsi. Ma non lo vogliono fare perché hanno paura di restare indietro rispetto alla concorrenza globale, e te lo dicono anche. Butterebbero i loro operai sotto a un treno pur di salirci sopra.

  7. Sui media, ormai, si parla di cornavirus quasi 24 ore al giorno, ma mi pare che nessuno abbia il coraggio di evidenziare i 2 pilastri fondamentali su cui si appoggiano gli effetti dannosi della pandemia, ovvero:

    1-l’eccesso di popolazione, che rende ingestibile la distribuzione delle persone sul territorio,

    2-l’eccesso di inquinamento che, danneggiando cronicamente le nostre difese immunitarie, prepara il terreno all’assalto dei virus.

    Ignorare queste cose mi sembra un errore gravissimo, perchè nella gestione del “dopo”, questi dovrebbero essere i 2 punti fermi da cui ripartire.

  8. Lumen, tu hai ragione sull’importanza delle due cose, ma ti confesso che sto diventando un po’ insofferente nei confronti delle frasi che cominciano con “nessuno dice che”, perché in realtà è quasi sempre vero che un sacco di gente le cose in questione le dice, ma semplicemente non si è prestato loro attenzione. Io ho letto e sentito molto parlare soprattutto del legame con l’inquinamento, non è vero che nessuno lo evidenzia. Solo che non è dimostrato del tutto.

  9. ” mentre teniamo chiusi in casa i bambini spediamo gli operai a produrre i cacciabombardieri tornado. ”
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/08/coronavirus-dunque-i-cittadini-devono-essere-responsabili-e-le-imprese-no/5763168/

  10. “Solo che non è dimostrato del tutto” Gaia di cosa hai/avete bisogno, delle pubblicazioni su scienze e nature con impact factor alto? Ma non vedi le mappe colorimetriche dell’NO2 e del covid come si sovrappongono in modo agghiacciante. Non ti basta sapere che a dicembre e gennaio per settimane intere, complice l’alta pressione, si sono superati i 35 microg/m3 del doppio, del triplo senza che nessuno, come al solito muovesse un dito? Particelle così piccole che non potranno mai, mai mai essere filtrate in alcun modo dalle prime vie. Me ne sbatto delle pubblicazioni, a me non resta che una scelta come la tua, non vedo altro nel mio futuro, nient’altro.

  11. cara Gaia,
    sul punto 2 hai ragione: qualcuno che ne parla c’è (per fortuna).
    Sul punto 1, però, mi pare che – salvo noi soliti 4 gatti – non ne parli proprio nessuno.

  12. gaiabaracetti

    Willis, correlazione non significa causalità. Io posso anche essere intimamente convinta del nesso tra inquinamento e Covid, ma per convincere chi non ci vuole credere devo avere le prove, altrimenti stiamo qui a raccontarcela tra di noi.
    Riguardo alla scelta come la mia, ti ringrazio, ma mi accorgo che i comportamenti ecologici non sono necessariamente più diffusi in zone rurali o remote, anzi! L’agricoltura è un enorme inquinante e le persone che vivono fuori dalle città spesso hanno case grandi, macchine grandi, trattori, animali domestici a go go, e chi più ne ha più ne metta. Senza un dibattito che coinvolga tutti, le scelte individuali non bastano e possono addirittura essere illusorie.

  13. Non penserai che ti vengono a dire che hanno trovato il nesso vero? E che magari fermano il traffico, le fabbriche i voli del we e gli allevamenti perché c’è il nesso! . Si esatto ce la raccontiamo tra noi perché nessuno ce la racconta, anzi lo tengono ben nascosto. E ti assicuro che non si tratta di complottismo, si tratta di dura, cruda, triste realtà

  14. gaiabaracetti

    Veramente ci sono un sacco di scienziati che lo stanno dicendo apertamente e su media mainstream, solo che per esserne certi ci vogliono studi più specifici. Ancora non sappiamo di sicuro da dove viene, questa malattia, figurarsi il resto…

  15. Hanno dimostrato, con studi più specifici, che il tabacco fa male, adesso è chiuso quasi tutto loro sono aperti. L’OMS ha detto che, con studi più specifici, la carne rossa fa male, hanno chiuso i macellai? Che i pm10 facciano malissimo alle vie respiratorie è, con studi più specifici, provato da anni, hanno chiuso quello di cui sopra? No, no e ancora no. Senti ciccia, ti assicura che la pensa esattamente come te su tutto ma mi spiace comunicarti che, dall’alto dei miei 60, sono totalmente disilluso da chi ci governa, dai tuoi studi più specifici e dal 90 % della classe medica.

  16. gaiabaracetti

    Chiamami “ciccia” un’altra volta e non ti passo più i commenti.
    Riguardo al “fare male”, tutto “fa male” in qualche quantità. Qui stiamo parlando di un legame tra una malattia specifica e l’inquinamento, non il fatto che l’inquinamento in genere faccia male, il che è ampiamente dimostrato.

  17. Il legame c’è, è evidente dalle mappe colorimetriche che ho sovrapposto con software opportuni, visto che è il mio lavoro, per un lungo periodo. E comunque se non ti fidi e cerchi una parvenza di ufficialità alcuni studi pubblicati recentemente lo hanno già ampiamente provato. Qua sotto il position paper e, in bibliografia, i principali e più recenti lavori sulla questione:

    Fai clic per accedere a news-35178-covid-19.pdf

    Ci tengo a precisare che io ponevo solo l’accento sul fatto che non saranno certo questi e altri lavori a fermare la strada autodistruttiva intrapresa da tempo. Quindi eccole le prove che ti dicevo ora però “convinci chi non ci vuole credere così non ce la raccontiamo tra noi” voglio proprio vedere.
    Per il resto ripeto sono d’accordo con te su tutto quello che hai scritto, totalmente, soprattutto sul fatto che le scelte individuali non bastano e sono assolutamente illusorie.
    Qui in toscana “ciccia” è un appellativo che chi è più anziano può, con grande affetto e senza tema di offesa, tranquillamente usare nei confronti di chi ha molti anni in meno, chiedo scusa comunque se te la sei presa e puoi tranquillamente non passarmi più i commenti, penso che me ne farò una ragione. Saluti, willis.

  18. Concordo in toto con willis.
    Ed io sono convinto che, per quanto riguarda gli under 50, questo virus colpisce soprattutto i fumatori. Sarei molto curioso di sapere quanti sono i morti per covi19 che fumano o hanno fumato. Sarebbe una ricerca interessante da portare avanti, ma dato che lo stato tra le sue entrate ha anche i prodotti del tabacco (per poi spendere dieci volte tanto nel curare i danni provocati dal tabacco), non la faranno mai.
    E’ veramente assurdo impedire di fare attività all’aperto (con le dovute cautele), che aumenta le difese immunitarie, invece di permettere di andare a comperarsi il pacchetto di veleno in tabaccheria!

    P.S. qui da noi non ci impediscono di occuparci dei nostri orticelli, vedo che chi c’è l’ha inizia a pulire e vangare… fra un po’ lo farò anch’io.

  19. Non tutte le ricerche sono finanziate dallo stato italiano, per cui può darsi che si facciano anche quelle che auspichi tu. E poi io non sarei così sospettosa su tutto, non tutta la scienza è asservita!
    Qui le norme sugli orti in teoria ti lasciano andare se sono “vicino casa”. Non so quale sia la versione ufficiale; io devo uscire per badare agli animali e ho una partita iva, quindi se mi fermano penso che non possano dirmi niente. Mi sento molto, molto fortunata in questi giorni (anche se la fortuna gira).
    Più che altro, siamo nel mezzo di una siccità pazzesca, e come se non bastasse tira un’aria così secca che la cassetta delle lettere in legno si è ristretta e non si chiude… ogni giorno guardo disperata le previsioni del tempo; in tanti hanno notato la siccità, sono in pochi però a preoccuparsi. Ormai anche nelle zone più rurali c’è la percezione di non essere dipendenti dal proprio ambiente…

  20. In realtà in Cina hanno già fatto uno studio in cui si evidenzia che i fumatori rischiano fino a 3 volte più dei non fumatori:
    https://www.humanitas.it/news/25792-coronavirus-rischi-fumatori

    Quello che intendevo dire era capire la correlazione tra gli italiani che non hanno patologie e che finiscono in terapia intensiva o lasciano questo mondo ed il fatto di essere fumatori o meno.

  21. Se trovi qualcosa facci sapere.

  22. È sempre più confermato: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/10/coronavirus-lo-studio-di-harvard-smog-legato-ad-aumento-tasso-di-mortalita-per-covid/5766682/
    Siamo davvero creature perverse: preferiamo incentivare con soldi pubblici la gente a inquinare (i combustili fossili ricevono miliardi di sussidi diretti e indiretti) e poi usare i soldi pubblici per curarla, anziché evitare che si ammali. E quando, mi riferisco al commento di Mauro nell’altro post, viene fatto notare il problema, si dà la colpa alle “elite”, quando le macchine le usiamo noi, i posti in fabbrica li occupiamo noi, la vacanza la vogliamo fare noi, la moto l’abbiamo comprata noi, il riscaldamento a ventidue gradi lo abbiamo acceso noi…

  23. Mille Ottantanove

    Buongiorno a tutti,

    volevo portare le mie impressioni sul tema e un soprattutto un link ad un’intervista a mio avviso molto interessante/condivisibile: L’epidemiologo Snowden: “Questa pandemia specchio di una globalizzazione letale”.

    Relativamente alla questione della scelta delle politiche di contenimento della pandemia, molto influenzate – se non addirittura totalmente guidate – da potentati economici, questa mono-direzione è il punto che più mi ha colpito del fenomeno coronavirus. Per 2 motivi fondamentali: la mancanza assoluta di prevenzione, quando l’epidemia era ampiamente prevedibile (vedi il discorso del povero prof. Fauci citato nell’articolo, oppure il modello di nuova pandemia redatto dai tedeschi cui ho fatto menzione nei commenti al post precedente. Altra prova è stata l’intervista ad uno dei virologi negli USA – di cui purtroppo non ricordo il nome, però ho trovato un articolo sul Sole24 che ricorda la questione -, il quale diceva: eravamo arrivati a buon punto dopo la SARS, era quasi fatta, poi ci hanno tagliato i finanziamenti, ora devo riprendere gli esperimenti dove li avevo lasciati 5 anni fa: che peccato, a quest’ora magari avremmo avuto qualcosa di già sperimentabile sul campo).

    Il secondo punto è la scelta deliberata di dare maggiore priorità alle esigenze del mondo economico-industriale rispetto a quello della salute pubblica. Questo è uno degli effetti perversi del capitalismo, dove il primo valore è il profitto, e tutto il resto o segue a ruota o risulta complementare. Ascoltare Boris Johnson, quando iniziavano i primi morti anche in Europa, dire: non bloccheremo nulla, preparatevi, tanti di voi perderanno anche i loro cari, come se stesse semplicemente avvertendo gli stock-holders che i profitti del quadrimestre avrebbero potuto riscontrare qualche lieve flessione, mi ha lasciato completamente basito. Ragazzi, stiamo parlando di morte, di gente che c’era e ora non c’è più. E di un leader che dice al suo popolo: non ci curiamo di chi muore, purtroppo a qualcuno capiterà, l’importante è che l’economia vada avanti. Stesso discorso negli USA, dove Trump prima ha cercato di circoscrivere la questione come un problema specifico dei cinesi (con i quali, a sua insaputa, condividiamo però il 99,9% del DNA), e poi l’ha minimizzato etichettandolo come un’influenza un po’ più grave. Ma il paese doveva andare avanti, l’economia non si poteva/doveva fermare. Ora riempiono di morti (indigenti) le fosse comuni. Bene, in questi paesi, che vengono additati come bastioni della democrazia mondiale – a mio avviso invece nazioni fortemente antidemocratiche -, il velo è stato gettato: non americans first, bensì economics first.

    E’ sotto gli occhi di tutti: questi benedetti coronavirus sono ospitati (così come Marburg, Ebola, Nipah, Hendra) dai pipistrelli, che ne sono immuni a causa del loro super-sistema immunitario. Come mai nel giro di meno di un secolo stanno esplodendo tutte le zoonosi? Siamo noi a deforestare e a massimizzare la superficie di spillover, etc. etc. La scienza questo lo dice dai tempi della Sars, ne hanno fatto anche svariati film (l’ultimo colossal: Contagion, era del 2011, sigh!), ci hanno scritto libri, è diventato un nuovo filone culturale, e il bello è che ne hanno studiato anche i modelli pandemici (vedi Event 201 e simili). A fronte di questa minaccia incombente, che richiede il ripensamento di tutta una serie di modelli di produzione e di sviluppo, qual è stata la risposta dei vari governi, _nessuno_ escluso? «Va bene, ci penseremo, ora però ho un incontro con l’associazione dei produttori di carne di maiale, o con le joint-venture del silicio. Poi, se succederà, ci penseremo».
    Ok, ora è “adesso”: allora spero che quelle stesse persone a cui è stato detto che avrebbero perso dei cari, ed effettivamente li hanno persi, ne chiedano finalmente conto. Questa pandemia peraltro porta anche alla luce, in maniera tragicamente evidente, la differenza di condizioni di vita che intercorre tra i ceti abbienti e quelli in qualche modo disagiati (i dimenticati: i poveri, gli anziani, gli emarginati, in generale tutti coloro che non hanno accesso diretto o tempestivo alle cure, e che probabilmente non entreranno neanche nelle statistiche ufficiali, perché morti senza un tampone). Come dice il prof. Snowden nell’articolo, l’epidemia è uno specchio che mostra ad ogni civiltà tutte le imperfezioni/difetti presenti nel suo volto.

    Relativamente al problema dell’inquinamento, delle polveri sottili e di altri agenti patogeni, mi sembra che ci accapigliamo su di un falso problema: è evidente che – essendo covid19 una patologia prevalentemente a carico polmonare – faccia più vittime tra i pazienti che hanno tali organi in qualche modo compromessi da abitudini di vita o situazioni ambientali. Anche la semplice polmonite, così come altre patologie, fa più morti tra i fumatori o tra coloro che sono maggiormente esposti all’inquinamento. La differenza tra le malattie inquinamento-correlate e covid19 è che le altre danno effetti dopo anni di esposizione, e la correlazione è difficile da dimostrare; col covid19 tutto questo è enormemente accelerato, perché se hai i polmoni compromessi, è più alta la probabilità per te di entrare nel terzo tipo di decorso (quello da terapia intensiva, per intenderci) e il dato emerge subito. Credo che qualsiasi medico possa confermare questa semplice asserzione, al di là degli studi epidemiologici.

    Di quanto siano assolutamente incoerenti e distanti da considerazioni connesse alla salute pubblica (e a quella dei propri dipendenti) le dirigenze aziendali, valga su tutte il caso della chiusura della Whirpool a Napoli: prima la chiusura il 31 ottobre perché lo stabilimento era considerato non più compatibile con gli assets aziendali e ne andava delocalizzata la produzione; poi, in pieno scoppio dell’epidemia e lockdown nazionale (!), l’incredibile riapertura, perché ora probabilmente produrre qui costa meno che rispetto ad altre realtà più compromesse.
    Dunque riemerge il vecchio interrogativo già affrontato su questo blog decenni fa (un vecchio cavallo di battaglia di Landini): chi comanda qui? Chi decide le politiche economiche di questo paese? Chi decide cosa si produce, quando e in che misura? Chi decide cosa resta chiuso e cosa aperto? (non per sminuire il lavoro degli amici della Whirpool, cui sono vicino e che sostengo, ma la produzione di lavatrici o piani di cottura fa davvero parte delle attività essenziali?)

    Io credo che questa pandemia abbia d’un tratto messo in luce tutti i controsensi della nostra organizzazione sociale; se vogliamo che le morti non siano state vane, forse un nostro dovere come sopravvissuti sarebbe quello di capire quanto è successo, e come fare per porre rimedio. Il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli è sempre peggiore, e ciò è terribile e insopportabile.

    Un abbraccio,
    µĸ

  24. Mille Ottantanove, sono più o meno d’accordo su tutto, ma la questione del legame con l’inquinamento verte anche sull’ipotesi che le polveri sottili diffondano il virus, fatto meno chiaro.
    Riguardo al primato dell’economia sulla vita, temo che il problema non sia stato solo dei potentati. Non mi è chiaro se siano state anche le fabbriche piccole a cercare di tenere aperto a tutti i costi (mi sembra di sì, ma non saprei dimostrarlo), ma c’è anche il fatto che i sindacati hanno protestato ma poi, alla fine, i lavoratori hanno obbedito e sono andati a lavorare. Se la vita ti è così cara, dovresti essere disposto a lottare per essa con più forza, a costo di pagare personalmente.
    Mi sa che siamo stati tutti comprati.

  25. Mille Ottantanove

    Ciao Gaia, forse l’ho dato per scontato, ma per me la situazione è abbastanza chiara e, anche se ho sempre un approccio sempre piuttosto rigoroso ai temi scientifici, in questo caso non aspetto un paper specifico sull’argomento, in quanto credo che in letteratura ci sia più di un’evidenza a dimostrare che l’inquinamento sia una delle manifestazioni palesi di maggiori indici di mortalità riguardo alle patologie in generale, e a quelle di coronavirus in particolare. E’ stato così per SARS e poi per MERS, non vedo perché dovrebbe differire con COVID.

    Sono stati pubblicati molti articoli negli anni passati in proposito, e molti sono pubblicati proprio in questi giorni negli USA per combattere la pandemia; uno degli ultimi è quello citato da te. Io sinceramente non guardo tanto la velocità di diffusione, che a mio avviso è difficile da misurare a causa dell’impossibilità di sottoporre a tampone l’intera popolazione; bensì la mortalità che, sebbene sia un indice sicuramente non preciso perché moltissimi decessi non testati sfuggono, risulta più indicativo della velocità di contagio (che deve tenere conto dello stesso problema di diffusione dei test, degli asintomatici, della mobilità locale, etc.). Se cerchi sulla correlazione tra mortalità di coronavirus e inquinamento troverai parecchi lavori che, pubblicati da anni, hanno una buona reputazione in termini di citazioni. Ne ricordo uno dove ricercatori di Taiwan avevano avuto la geniale idea di installare degli array microPCR in coda a campionatori atmosferici, e riscontrato che il virus dell’aviaria aumentava significativamente in concentrazione ogniqualvolta che dalla Cina spiravano le tempeste di polvere che affliggono stagionalmente quelle zone. Qui c’è un articolo del Guardian che sintetizza un po’ tutto.

    Il problema degli studi epidemiologici è che, per la natura del campionamento e della costruzione della distribuzione, sono spesso soggetti a critiche da parte dei “negazionisti” del fenomeno, che hanno gioco facile tirando in ballo i fattori trascurati nello studio o la scelta delle grandezze misurate e le tecniche di campionamento utilizzate. Dal canto mio, visto anche che la medicina purtroppo non è una scienza esatta come la matematica o la fisica, non mi perdo tanto in disquisizioni accademiche, e prendo le statistiche per quello che sono: se il gruppo di Harvard mi dice che ad un incremento di 1 μg/m3 di PM2.5 è associato un aumento del 15% del tasso di morti COVID-19 (parliamo di un milionesimo di grammo per metro cubo!), con un intervallo di confidenza del 95%, anche se non è ancora ben chiaro il fenomeno biochimico ma solo il dato epidemiologico (cioè statistico), sinceramente a me basta per affermare che la presenza di una concentrazione significativa di polveri sottili nell’atmosfera aumenta la mortalità del virus, aumentando la quota dei decessi accertati. Era questo quello che intendevo. Che i nostri governanti inizino ora pure a cavillare sugli articoli scientifici, quando ogni giorno muore mezzo migliaio di persone, inizia a sembrarmi un po’ stucchevole: cerchiamo ora di limitare le morti, poi prendiamo il tempo di capire se era per PM2.5 con una temperatura media al di sotto dei 12 °C, oppure invece era fondamentale il rapporto tra NOx e CO a quello specifico tasso di umidità. Vuoi vedere che finalmente comincino a rifinanziare la ricerca?

  26. Visto che tu e gli altri commentatori avete tirato fuori studi su studi, non mi permetto più di esprimere dubbi (che comunque non riguardavano il fatto in sè ma la sua dimostrabilità)!
    Resto però convinta che, passata in un modo o nell’altro la crisi, l’unico pensiero sarà tornare a produrre e andarsene in giro come prima. Conoscendo un po’ la cultura soprattutto del Nord Italia, temo che chiedere di fermarsi, guadagnare meno, consumare meno, sia veramente impossibile. Ripeto: tanta gente non si rende conto di quali siano i valori “padani”. Il lavoro e il denaro sono la cosa che conta di più.
    La mia unica piccola soddisfazione è che per una volta è il Sud a essere messo meglio… essere zone più agricole ed economicamente depresse ogni tanto conviene…

  27. Mille Ottantanove

    Tutto vero quello che dici! E, a mio avviso, più che l’inquinamento, in quelle zone il fattore fondamentale di contagio è stato il non voler chiudere/fermarsi, anche se soltanto in provincia di Lodi c’erano i comuni con zone rosse e la polizia ai checkpoint, non dimentichiamolo. C’è un articolo in proposito oggi anche sul Guardian, che ricorda i vari #bergamononsiferma , #Bergamoisrunning … Guarda caso, proprio 2 settimane dopo la partita di Champions Atlanta-Valencia, c’è stata l’esplosione dei contagi sia a Bergamo che in Spagna, e – giusto per fugare ogni dubbio – il 35% dei giocatori del Valencia è risultato positivo ai test in patria dopo la partita. Figuriamoci quello che deve essere successo sugli spalti… Sars-cov-2 deve aver fatto un’orgia.

    Dispiace dirlo, però forse – così come per Johnson o Trump – queste persone che hanno anteposto il profitto alla salute (ricordo le polemiche con i virologi: la partita non si ferma!), una mano sulla coscienza dovrebbero passarsela. Ed è inutile ora dire che la colpa è del governo, che avrebbe dovuto chiuderli d’imperio: si sono sempre opposti e non hanno mai voluto, «altrimenti i cinesi ci sorpassano e ci rubano quote di mercato». Non sono più duro solo per rispetto alle file di bare portate via dagli ACM dell’esercito, però nutro una forte rabbia nei loro confronti, perché a causa della loro cecità hanno di fatto condannato tante povere persone ad una morte terribile. Credo che, con un comportamento del genere, la stessa esplosione virulenta sarebbe successa anche se l’atmosfera fosse stata cristallina come in Antartide; e difatti in tante zone del mondo dove l’inquinamento atmosferico è uguale o maggiore non ci sono stati gli stessi numeri di contagio e di decessi. Non cerchiamo sempre di addossare la colpa delle nostre disgrazie ad un fenomeno esterno, iniziamo obiettivamente a partire da noi, per capire in cosa abbiamo sbagliato.

    Ciao, Felice Pasqua e grazie sempre per tenere in piedi il blog ❤

    µĸ

  28. Sì, anch’io sono molto arrabbiata con quelle persone e comunità, e con quelli che hanno ricominciato ad andarsene in giro perché è Pasqua (appena confermatomi da un’amica che vive a Milano…) Forse non si rendono conto di essere l’area più colpita e che zone d’Italia che lo sono molto meno stanno facendo sacrifici anche perché loro sono stati troppo egoisti per agire prima… e continuano ad esserlo!
    Vedo il blog come il mio piccolo contributo per le persone costrette a casa (o altrimenti annoiate) da questa pandemia… per questo lo tengo così attivo (e perché sono a casa anch’io)!

  29. Non vorrei fare il cinico, ma sacrificare delle vite umane in nome della ricchezza e del profitto è una costante delle società umane.
    A partire dalla schiavitù dei tempi antichi, sino all’esercito di leva dei tempi più recenti, passando per tutte le gradazioni intermedie (lavori obbligati e/o pericolosi).
    Oggi, per certi versi, assistiamo ad un tentativo abbastanza nuovo (anche se spesso solo mediatico) di mettere le vite umane al primo posto.

  30. Marcosclarandis

    Sto leggendo “Spillover”, 537 pagine che iniziano così:

    Ed ecco mi apparve un cavallo verde.Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’Inferno. Fu dato loro potere sulla quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.
    Non é Dan Brown é:
    Apocalisse, 6, 8

    Indice, più nove capitoli, più note, biografia, ringraziamenti e indice analitico, per un totale di 608 pagine.
    Già dal primo capitolo promette bene, cioé guai a non finire.
    Ironizzo per non traumatizzarmi.

    Scritto nel 2012 da David Quammen.

    Buona Pasquetta, Marco Sclarandis.

  31. Lumen: più che altro, io direi che ci sono sempre state vite umane che erano sacrificabili e altre che non lo erano no. E questo non è cambiato.

  32. E qui si ritorna alla famosa distinzione (a mio avviso ineliminabile) tra elites e popolo, in quanto le vite sacrificabili sono sempre solo le seconde.

    Cara Gaia, se ben ho compreso, Tu sostieni che il popolo, con il proprio impegno sociale e politico, può incidere attivamente sulle sue elites ed, entro certi limti, renderle più disposte al benessere collettivo.
    Io sono un po’ più pessimista su questo punto.
    Sono convinto (come credo anche Tu) che il benessere di una società dipenda in larga misura dall’intelligenza e lungimiranza delle proprie elites, ma non so in che misura queste doti siano collegabili alle virtù della popolazione, oppure soltanto casuali.

    Ma di questo si può discutere all’infinito.

  33. Lumen, io mi sento circondata dai successi dei movimenti di massa che mi hanno preceduto, dalla democrazia con suffragio universale alla libertà d’espressione alla sanità pubblica ai diritti dei lavoratori a mille altre cose. Sostenere che queste cose siano una gentile concessione delle “elite” mi pare un po’ assurdo.

  34. Forse sono un po’ troppo pessimista (conseguenza anche dell’età).
    Comunque, pur ammirando sinceramente il tuo entusiasmo ed il tuo ottimismo politico (continua così!), non riesco ad attribuire tutto questo potere ai movimenti popolari.

  35. Buongiorno a tutti,
    vorrei prendere come caso di studio quello che sta avvenendo adesso negli USA: decine di migliaia di morti, grazie alle scelte di un presidente che non ha cercato affatto di mitigare la pandemia, per rallentare l’economia (del resto è un tycoon, per lui sono più importanti i dollari delle persone).

    I nodi ovviamente arrivano al pettine e, intervistato dai media su quanto stia accadendo, Anthony Fauci – stimato virologo di fama internazionale (ricordo quando il suo nome girava nel dipartimento di Biochimica ai tempi dell’AIDS), nonché principale responsabile della task force americana per combattere la pandemia – ha dovuto mestamente ammettere che se gli americani avessero cercato almeno un mese prima di prendere misure preventive – invece di addossare la colpa: ai cinesi, all’OMS, alla riforma Obama della sanità, e così via -, probabilmente ci sarebbero stati molti meno decessi (ma come dargli torto?!). Il problema di fondo è che si è così finalmente palesato il conflitto tra la salute pubblica (rappresentata dallo stesso Fauci, che sta dicendo da mesi di attuare misure in analogia a quanto fatto da noi per salvare la vita al maggior numero di persone possibile) e la salute dell’economia (rappresentata da Trump, il cui principale obiettivo è quello di non far regredire l’economia americana – di cui peraltro il suo impero rappresenta una microscopica parte).

    Il re, finalmente, è nudo. E qual è stata la reazione di Trump, vista anche la crescente popolarità del prof. Fauci presso la popolazione americana? La sua solita risposta quando qualcuno dall’esterno del suo entourage svela la falsità della sua narrazione: è ora di licenziare Fauci! (posso solo lontanamente immaginare l’angoscia degli americani che, in questo momento decisivo per le loro vite, potrebbero perdere uno degli esperti di fama mondiale in termini di virologia ed epidemie).

    Sembrerebbero tutti avvenimenti veloci, incalzanti, improvvisi, che turbinosamente si scatenano come imprevedibili colpi di scena, non lasciando il tempo alle persone e ai popoli di intervenire, di riflettere sugli argomenti. Ma invece non è così.

    Maggio 2018, quasi 2 anni fa. Si dimette dal Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca il capo della sezione Sicurezza della Salute Pubblica, R. Timothy Ziemer, generale maggiore della marina, molto stimato sul campo per il lavoro svolto a livello mondiale nel coordinamento della lotta delle malattie infettive e nel bioterrorismo (descritto come «uno dei responsabili più silenziosamente efficaci nella salute pubblica», è stato ampiamente elogiato dalla comunità sanitaria globale per il suo ruolo, prima di entrare a far parte del Consiglio di Sicurezza, nell’iniziativa Malaria, che ha contribuito a salvare 6 milioni di vite umane). Le sue responsabilità di dirigente in capo includevano, tra le altre, la preparazione del paese contro le malattie infettive, ed in particolare la gestione della risposta in caso di pandemia e le strategie di difesa contro le armi biologiche. Pare che la causa fondamentale del suo andare via sbattendo la porta, siano stati i pesanti tagli al suo dipartimento, che di fatto rendevano difficile, se non impossibile, la prosecuzione efficace dei suoi interventi (è un fenomeno abbastanza comune: le persone che – invece di blaterare o occupare poltrone – fanno, di solito alzano i tacchi quando gli viene impedito di agire, perché non resistono a restare impotenti a guardare crollare quanto abbiano costruito).

    Le dimissioni fanno molto scalpore a Washington, anche perché qualche tempo prima era riesploso un altro focolaio di Ebola in Africa, e inoltre gli americani – molto paranoici da questo punto di vista – temono da sempre di poter essere aggrediti da qualche azione bioterrista, come ad esempio un’epidemia innescata utilizzando la MERS (un’infezione da coronavirus precedente a COVID19 che si è diffusa soprattutto nel mondo arabo e per la quale non si hanno cure e vaccino, a cui dunque i fondamentalisti medio-orientali avrebbero facile accesso).

    Tra i tanti sostenitori dell’ammiraglio Ziemer, scandalizzati da quanto accaduto, c’è un esperto della sicurezza nel campo nucleare, tal Stephen Schwartz, che posta questo lungimirante tweet:

    Rileggere queste righe col senno del poi, fa davvero rabbrividire. E’ vero che «Nemo propheta in patria», pero mamma mia…

    Quindi, già dal 2018, la situazione era ben chiara a tante persone.

    E qui ritorniamo alla questione di popolo vs elite al potere. Io credo che ogni forma di governo abbia i suoi vantaggi e i suoi svantaggi; se ci si riflette bene, anche i regimi autoritari hanno – lato popolo – i loro vantaggi: il non-dovere di informarsi, riflettere, preoccuparsi, agire (che, chiunque decida di vivere una cittadinanza attiva, sa bene quanto siano faticosi e quanto tempo sottraggano alle nostre vite): infatti c’è il comandante in capo che decide tutto per tutti; il popolo non deve preoccuparsene, e può essere libero e felice di pensare ai propri svaghi e ai propri interessi. E’ il costume del «panem et circenses», ben descritto da Giovenale tanti secoli fa, e a mio avviso valido ancora oggi: non mettere il popolo in condizioni di indigenza, lasciali divertire a modo loro, e nessuno – tranne i soliti rompi***oni a cui non va mai bene niente, ma quelli sono residuali – si opporrà veramente al tuo imperio. Triste dirlo, funziona così anche da noi (dove le persone non si interessano di politica, salvo quando chiederti per chi votare o repostare farneticazioni sui social), come pure negli USA; è anzi un costume che ben si presta ad una felice forma di deresponsabilizzazione collettiva, in quanto, non cercando di capire quanto stia accadendo, le persone sono ben felici di accettare qualsiasi pretesto (è colpa della Cina; è colpa dell’OMS; è colpa della riforma Obama; ma ancora: è colpa degli immigrati; è colpa dell’UE; è colpa del complotto pluto-giudaico-massonico…. e così via) pur di non modificare i propri stili di vita/condotta o i propri convincimenti; se questi pretesti portano poi alla catastrofe, ancora più velocemente si rifiuta la propria responsabilità, scaricandola tutta sul leader (è colpa di Mussolini; è colpa di Stalin; è colpa di Hitler, è colpa di Berlusconi, e così via). Un esempio locale di questo atteggiamento – che riporto nuovamente non per assegnare etichette di colpevolezza, ma sperando che in tal modo non si verifichi più -, è quanto successo nella bergamasca: la maggioranza delle persone che prima decide di non effettuare il lockdown per proprio convincimento e stile di vita; la conseguente esplosione di morte e contagi; la successiva proiezione del proprio errore sull’altro (è stata colpa del sindaco; no, è stata colpa della Regione; no è stata colpa del governo).

    A mio avviso abbiamo solo 2 strade percorribili: o continuare col «panem et circenses», chetandoci la coscienza che non si può cambiare nulla, e prendendocela col politico di turno se poi le cose vanno male (costume, ahimè, molto diffuso qui al sud); oppure capire veramente che «res pubblica» non è soltanto un modo di dire – ad esempio: la salute pubblica… è quella di tutti! spero che oggi sia più chiaro -; per cui, se vogliamo che il mondo ci somigli un po’ di più, e soprattutto per non lasciare ai nostri figli un inferno economico/climatico per il quale ci malediranno per tutto il resto della loro vita, forse converrebbe che ci informassimo, che ci confrontassimo (come accade sempre su questo blog) e che ci battessimo affinché non accedano più alle stanze dei bottoni quegli squallidi individui che antepongono alla vita e al benessere delle persone, i vantaggi economici dei potentati di turno, o i propri.

    Scusate la lunghezza, ma sono piuttosto infelice nell’esprimermi, e penso che facendo esempi, forse risulto più chiaro.

    Un saluto a tutti,
    µĸ

  36. Niente da aggiungere a quanto hai detto.
    Un profilo del dott. Fauci per chi fosse interessato, devo ancora leggerlo ma mi fido di Al Jazeera: https://www.aljazeera.com/news/2020/03/dr-anthony-fauci-trusted-voice-coronavirus-200330124431910.html

  37. Marcosclarandis

    Vedremo se alcuni giorni di ospedale passati in compagnia di COVID 19 faranno veramente rinsavire Ciuffo Matto di casa a 10 Downing Street.
    C’é chi impara dalla Storia, e chi no.
    Ciuffo Carota d’oltreoceano pare che non metta giudizio, invece.
    Un saluto, Marco Sclarandis.

  38. Un video molto chiaro segnalato dagli amici tedeschi – però sono attivabili i sottotitoli in inglese – nel quale si spiega chiaramente che purtroppo, a meno di inaspettati successi nella creazione di un vaccino, la fase di distanziamento sociale e di lockdown non può che andare (tragicamente) ancora per le lunghe. Credo che i ragionamenti fatti abbiano una buona base scientifica e siano condivisibili:

    Il video è del 1 primo aprile, e i calcoli sono fatti sulla popolazione tedesca, ma credo che per noi la situazione non sia tanto differente, purtroppo.

  39. Non si potra’ tenere masse di persone recluse a lungo. A meno di non adottare provvedimenti “totalitari” tipo “se esci ti fucilo” come fatto in Cina, da quanto ho sentito.
    Possiamo anche… morire di suicidi o … senza virus incoronato e di fame… 😉
    Anche per le caratteristiche del virus (ho ascoltato qui l’intervista ad Ernesto Burgio, indicatami dal mio amico _rio), mutevolezza e periodo di incubazione lungo, l’epidemia non potra’ che diffondersi ulteriormente.
    Quindi, alla fine, sia Boris Johnson che Donald Trump hanno … una qualche ragione con la prospettiva di una “immunizzazione collettiva”.

    Se si vuole mitigare gli effetti della pandemia, bisognerebbe preparare strutture ospedaliere specifiche solo CV e ben dimensionate.

  40. Penso che faranno proprio questo infatti.
    L’idea era di prendere tempo, e un po’ ci siamo riusciti. Nessuno ha mai pensato di chiudere tutti per sempre, ma se fossero rimasti aperti meno posti di lavoro nella fase iniziale della serrata, si sarebbe rallentato ulteriormente il contagio.

  41. Marcosclarandis

    Se si ha la voglia e la pazienza di leggere “Spillover” viene fuori la reale portata di questa pandemia.
    Ormai siamo sul letto di Procuste.
    Dal quale ci rialzeremo, ma a caro prezzo, non pagabile solo con banconota frusciante, ma con molte vite, troncate e devartate.
    La borsa o la vita?
    LA BORSA, LA BORSA! (tanto poi la Vita ce la ricompriamo…..)
    Ah, Sì?, Davvero?

    Un saluto, Marco Sclarandis

  42. Mille Ottantanove

    Infatti Kim nel video dice abbastanza chiaramente che, dal momento che per non esorbitare la capacità ricettiva delle terapie intensive è necessario procedere all’immunizzazione (vuoi che avvenga per contagio, per guarigione o per vaccino) con una certa lentezza, fino a quando la situazione non sara totalmente controllata passeranno molti mesi, e ciò non è sostenibile con una chiusura totale. Ho postato il video perché mi sembra che qui in Italia quest’aspetto sia abbastanza sottaciuto, si parla già di fase 2, di settembre, di “ancora qualche mese e poi…”.

    Nel video si sostiene: visto che non è possibile tenere tutto bloccato per mesi, dobbiamo studiare un modo che consenta la ripresa delle attività senza però provocare picchi improvvisi, che ci riporterebbero di nuovo in condizioni simili all’inizio della pandemia.

    Insomma, fino a quando non avremo tutti una qualche forma di resistenza al virus, continuare con mascherine, distanziamento sociale o qualsiasi altra modalità atta a mitigare il contagio. Sentire qualche governatore dire che quest’estate riaprirà le spiagge mi lascia molto perplesso. Oggi, parlando con la cassiera al supermercato, mi ha raccontato che qualche giorno prima hanno fatto a botte per problemi di eccessiva vicinanza e assenza di mascherine; sinceramente, conoscendo le spiagge italiane, sono piuttosto scettico che si riuscirebbe a mantenere le distanze e continuare con comportamenti virtuosi.

    Più che proclami, forse avremmo bisogno di semplici linee guida (e qualche inevitabile sanzione) per normare le quotidiane attività che prima o poi dovremo riprendere, ma in sicurezza, soprattutto per le categorie a rischio. Penso alle scuole: come fare a tenere 20/30 alunni in una classe, pur rispettando il distanziamento sociale? Sono problemi organizzativo/logistici, spero che qualcuno stia studiando questi scenari, altrimenti sarà dura.

  43. Mille Ottantanove, mi sembra abbastanza chiaro che il governo italiano sta facendo proprio questo (che lo faccia nel modo giusto è un altro discorso), cioè pensare a come gestire una fase in cui alla gente verrà gradualmente permesso di ricominciare a uscire e lavorare (chi non lo fa ancora), ma senza sperare in una scomparsa del virus e quindi di poter vivere “come prima”.
    Arrivare a un’immunizzazione di gregge sufficiente a questi ritmi mi sembra ottimistico (fossero stati anche contagiati dieci volte gli ufficiali, staremmo parlando solo del 2% della popolazione italiana, e a che prezzo!)
    O trovano un vaccino, o… dovremo passare tutti per questo calvario, e molti di noi non guariranno.

  44. Pensare che un vaccino possa risolvere questa situazione è come pensare di prendere tutti pesci del mare con le mani o tutti gli uccelli del cielo gridandogli di scendere a terra. E’ proprio il tema di questo post che dovrebbe farci ragionare, ma non ci rendiamo conto di quello che è successo e sta succedendo? “Vivere come prima” è quello che ha portato a questa situazione, farlo ancora significa ignorare l’avviso che ci ha dato nostra madre, l’ultimo e il più blando di una lunga serie anche se a noi sembra così terrificante per le conseguenze che sta avendo sulla nostra preziosa e irrinunciabile vita sociale fatta di esagerazioni e rapidi spostamenti.
    Molti di noi non guariranno dici, non so com’è la situazione da voi, ma da noi lo abbiamo probabilmente già preso quasi tutti e ognuno di noi lo ha fronteggiato come ha potuto, con le sue difese, la vita che ha fatto prima e un pizzico di fortuna che ha avuto, ma solo un pizzico.
    Il calvario sarà quello di chi affronterà le conseguenze di questo clima impazzito, dell’acqua che manca, dei cancri epidemici di cui nessuno parla apertamente, potrei spaziare su centinaia di altri temi, forse è il momento di farsele due domande, santo cielo, altro che vaccino.

  45. Il vaccino può risolvere il problema del come convivere con il virus finché è in giro. Tutti gli altri problemi sono un’altra cosa e restano.

  46. Guarda Gaia, mi spiace insistere, non vorrei, e a volte mi rendo conto di essere troppo brusco e nervoso e di scrivere spesso sopra le righe, e me ne scuso, ma sono in una situazione difficile. Questo virus è, come quelli della sua famiglia, estremamente mutageno e questo fantomatico vaccino non potrà, probabilmene risolvere il problema, come non lo risolvono i vaccini antinfluenzali che si sono succeduti nel corso degli anni. E lo dice l’Ilaria Capua, non io, una delle poche voce autorevoli in questa ridda di pagliacci, disinformazioni, fake news. Gli “altri problemi” Gaia non sono un’altra cosa, sono QUESTA COSA. Mi spiace che non riesco a spiegarmi, si vede che ormai vado in una direzione tutta mia ma adesso sono stanco e poi forse è troppo presto parlarne, e gli sviluppi che vedo preferirei non vederli e credere a quello che dici ma purtroppo non è così. Poi in fondo, per tutto il resto, come ti ho detto, la penso esattamente come te.

  47. Willis, mi dispiace per la tua situazione.
    Io penso che il fatto che comportamenti antiecologici vari da parte dell’umanità abbiano causato l’emergere di questo virus non significhi che il problema non vada risolto di per sè oltre a tutte le altre cose a cui tu accenni. Evitare che ne vengano fuori altri comporterebbe agire su deforestazione, inquinamento, eccetera, e questo sicuramente andrebbe fatto; ma adesso che il Coronavirus è in giro, queste cose non bastano perché il genio è uscito dalla lampada e in qualche modo va rimesso dentro. Se il vaccino basterà o no non posso dirlo io, non essendo un’esperta, ma spero di sì, o spero che si trovi una cura molto efficace, se non altro per il bene di tutti e anche il mio, dato che se io vado in ospedale tutti i miei animali nel frattempo muoiono di fame perché non saprei a chi affidarli. Quindi, dato che il vaccino di sicuro non lo sviluppo io e la cosa è completamente fuori dalle mie mani, mi riservo semplicemente di sperare di non dover contrarre il Coronaviru, se possibile.

  48. Ma Gaia, non so se questo possa servire a tranquillizzarti, ma le probabilità che tu sviluppi sintomi tali da ricoverarti all’ospedale di tolmezzo e che i tuoi animali muoiano di fame sono le stesse di ottenere 10 sei consecutivi lanciando un dado non truccato. E questo per le stesse ragioni del post che hai fatto, anche se al momento i collegamenti non ti sono, a quanto sembra, così evidenti. E questo, ricorda, non solo per l’età che hai, neanche troppo importante, ma soprattutto per il sole che hai preso, per l’aria che hai respirato, per l’acqua che hai bevuto, per il cibo di cui ti nutri, per l’attività fisica che fai giornalmente e, prima di tutto questo, per la serenità e la freschezza spirituale di cui sei ancora, per adesso, dotata. Forse non ti è ancora chiaro ma è tutto qui. E se questo fosse chiaro anche alla maggioranza delle persone che popolano questo pianeta metà dei problemi che abbiamo adesso sarebbero risolti.

  49. Sì, le probabilità sono basse, ma quando valuti il rischio devi considerare non solo la probabilità, ma anche la gravità dell’evento. Se io avessi anche solo sintomi lievi, sarei costretta a restare in casa (altrimenti credo che commetterei un reato): anche se con buone probabilità di guarigione non potrei uscire.
    Il mio principale pensiero durante questa crisi non è di certo stato per la mia salute, credimi, però ultimamente mi sono accorta che è meglio avere comunque un piano di azione nel caso l’improbabile accada. Lo scorso ottobre mi sono rotta un braccio, e se non avessi avuto una persona che faceva tutto il lavoro al posto mio non so come avrei fatto. Non era un evento probabile, ma è successo.

  50. Se entriamo nel campo delle eventualità improbabili allora non dovremmo neanche uscire di casa in periodi non sospetti. Gli anziani fanno e pensano così ma questo non è da te, non ci posso credere. Qui stiamo parlando di un paese fermo da molte settimane con danni importanti che si rifletteranno sia sull’economia delle piccole famiglie che sulla devastazione del sistema immunitario e psicologico/sociale di tutti i nostri ragazzi, la maggior parte dei quali sono chiusi da giorni in appartamenti al nono piano di palazzoni di periferia a Milano e non nelle ordinate casette di dierico. Questo fatto, nel lungo periodo, porterà a problemi sanitari tali che il COVID19 sembrerà uno scherzetto di un bimbo dispettoso, con tutto il mio sostegno per i nostri anziani e per i medici e gli infermieri quotidianamente in prima linea a cui va il mio profondo rispetto anche se purtroppo sono anch’essi vittime di tutto quanto ho appena sostenuto. Ok dai adesso basta, smetto di infastidire, un caro saluto e spero che quanto ti e vi ho scritto riesca non dico a convincerti ma semplicemente a dubitare di quello che tutti danno per assolutamente scontato.

  51. Concordo con tutto quello che ha scritto willis. La probabilità che questo virus metta KO una persona sana, che non fuma, che respira aria sana (non quella della pianura padana industrializzata) e che ha una attività fisica giornaliera è praticamente minima, prossima allo zero.
    Inoltre cara Gaia, a meno di non avere veramente la necessità dell’ospedale per complicanze serie, se mai avessi qualche sintomo lieve ti consiglierei di evitare di avvisare i sanitari (piuttosto cerca di evitare contatti con altre persone) per non rischiare sul serio la quarantena. Te lo dice uno che la sta vivendo senza avere avuto (quasi) un tubo (magari l’ho avuto e sono asintomatico) solo perchè ho avvisato il medico di familia per via di un mio familare che ha avuto la febbre per 3 giorni. E prima del 22 marzo un sacco di gente che conosco ha avuto febbre ma non ha subito lo stesso isolamento. Solo perché sono aumentate le prescrizioni (ma tanto nelle settimane precedenti il virus non girava …no, ha iniaziato a girare solo nel mese di marzo … ma fatemi il piacere, che sarà in giro da inizio gennaio!).

    Volendo fare una stima grossolana, la maggior parte delle persone lo ha già preso ed è asintomatica, o con lievi sintomi.

  52. Un altro caso di studio: la differenza abissale tra i decessi a New York (13.202) e a San Francisco (1.137). (rilevamento al 18/04/2020 21:22:00). Anche in questo caso, mi pare abbastanza evidente che quando si pratica realmente la salute pubblica e non quella del mondo imprenditoriale, le cose prendono un’altra piega. Giusto per dirne una, l’ultima rilevazione ISTAT sulle aziende e i privati che hanno continuato a lavorare durante il mese di marzo: Milano il 67,1%; Lodi 73,1%, Crema 69,2%. Poi diamo la colpa all’atmosfera o ai cinesi… Incredibilmente (sarcasmo), dove più alta è la percentuale di chi non mitiga, più alta è la percentuale dei contagi – vedi New York / San Francisco.
    Almeno imparassimo dai nostri errori.

  53. Questi lombardi fanno proprio incazzare. Hanno il problema di gran lunga più grosso d’Italia, che sta costringendo a sacrifici anche chi ha molti meno contagiati di loro, e si comportano come se qualcuno gli stesse facendo un dispetto… sai dove fare io i centri per pazienti Covid? Nelle ville e seconde case di tutti questi imprenditori dell’industria e del turismo e della logistica e della moda e via dicendo che non hanno permesso che si chiudesse prima e hanno continuato a vantarsi di non smettere di lavorare (o meglio di far lavorare gli altri) durante un’epidemia e appena sono state prese misure di contenimento si sono precipitati nelle loro case al mare e in montagna dove non li voleva nessuno (parlate con qualche ligure o qualche alpino autoctono…)
    Che nervoso.

  54. Finalmente ho trovato qualcosa che riguarda anche l’Italia sulla correlazione fumo-terapia intensiva (articolo in risposta a studi francesi sui “benefici” della nicotina):
    https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/04/23/news/iss_su_coronavirus_e_nicotina_altro_che_protezione_peggiora_rischi_per_polmoni_e_cuore_-254776569/

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