gas

Segnalo questo articolo, che merita davvero di essere letto, sulla morte di Giulio Regeni e il rapporto privilegiato dell’Italia con il violentissimo regime di Sisi.
Sembrerà una cosa di poco conto, ma è da quando ho potuto scegliere che mi rifiuto di usare una cucina a gas. In così tante delle guerre attuali e in così tanta della nostra politica estera – Ucraina, Siria, Libia, Egitto – c’è il gas di mezzo, che si tratti di giacimenti o gasdotti… Quella fiammella azzurra per me è rossa di sangue. Idem per il petrolio, e adesso persino per l’idroelettrico – perché altrimenti stiamo andando in Iraq? (E questa volta è ufficiale) So che il problema non si risolve utilizzando elettricità o legna per cucinare (la legna ormai si taglia con il petrolio), ma almeno qui le possibilità di autoproduzione sono maggiori.

Non è solo riducendo la dipendenza dai combustibili fossili che si boicottano regimi feroci e guerre fratricide, certo. Ma almeno, provando a rendersi energeticamente autonomi, non si è costretti a scegliere tra fare calcoli cinici in politica estera o rischiare una rivolta interna.

13 risposte a “gas

  1. Non ho seguito molto la faccenda di Regemi.
    Da quel poco che ne so egli ha fatto attività politica antigovernativa in Egitto.
    Anche se il collasso non è in corso come in Siria, l’Egitto è una straordinaria polveriera demografica con una miccia già accesa da tempo.
    L’Egitto è già in guerra civile latente.
    L’approccio dei politicamente correttisti “occidentali” che tanto si scandalizzano per i brutali metodi di molti regimi mi pare si avvicini molto alla posizione di un ufficiale che si lamenta del cornetto poco croccante servitogli la mattina a colazione. Ma dove diavolo pensano di essere finiti? in un salotto?

    “Fuori avanza lo stuolo dei zelanti dei diritti che volendo rifare il mondo più giusto e più che bello che mai” scriveva Giovanni Lindo Ferretti in Barbarico. C’è il merdame islamista e ciò che si oppone a quel merdame.

    Gli zelanti kompagni nostrani si dimenticano cosa i regimi baathisti devono affrontare. Stai a spalar via merda e questi si scandalizzano delle chiazze di letame sulle braghe.
    Razzismo latente e un sìglobalismo sono evidenti in queste posizioni di ingerenza miglioratrice in altri paesi. Il problema dell’internazionalismo diciamo marxista è ormai un problema storico.
    Non si entra in casa altrui andando a studiare i difetti del padrone di casa, tantomeno trescando contro di lui. E’ del tutto ovvio che questi, ad un certo punto, si “scocci”.

  2. Ciao,
    premetto una cosa, sperando di non rendermi antipatica: secondo me è irrispettoso dire “non ne so quasi niente ma commento lo stesso”. Una persona è morta tra atroci sofferenze facendo qualcosa che forse poteva essere utile a qualcuno, liquidarla così mi sembra un’ulteriore crudeltà. Non è obbligatorio avere un’opinione su tutto (e lo dico io…)
    Giulio Regeni non mi pare facesse attività politica antigovernativa quanto ricerche e informazione su questa attività, che è ben diverso. Tra l’altro lui non si occupava di islamisti ma di sindacati. A meno che uno non voglia che non esistano rapporti di alcun tipo tra collettività umane, il che sarebbe abbastanza impraticabile, è inevitabile che ci sia qualcuno che va da qualche altra parte a vedere cosa succede e a riferirlo. Se poi il paese da cui provieni fa affari miliardari con questa altra parte, a maggior ragione potrebbe interessarti sapere com’è e dove finiscono i tuoi soldi.
    Io penso principalmente questo:
    – nessuno, NESSUNO dovrebbe fare una fine del genere. Nemmeno chi la fa fare agli altri. Nemmeno quello che tu definisci “merdame” e che per me sono comunque persone. Se tu pensi che il regime avesse un qualche diritto a liberarsi di Giulio Regeni, poteva semplicemente buttarlo fuori, come si fa regolarmente tra l’altro. Non serviva torturarlo per giorni e giorni e buttarlo ai lati di una strada per farlo sembrare un incidente. Un’espulsione sarebbe stata comunque un brutto affare, ma non questa cosa atroce che invece è successa
    – i paesi non sono un tutt’uno senza discordie interne. Raramente, o meglio, mai, i governi rappresentano la totalità di un paese. Giulio Regeni stava facendo ricerche su una parte della società egiziana, in particolare i movimenti dei lavoratori, che si opponeva a un’altra parte, quella rappresentata dal regime. Che poi ognuno debba pensare al proprio di paese è un altro discorso, su cui io sono d’accordo solo in parte, ma il fatto che molti egiziani aiutassero Giulio Regeni nelle sue ricerche mi fa pensare che forse non si trattasse solo di “imporre” modelli europei ad altri. Infatti, quello che è successo a lui succede quotidianamente a un sacco di autoctoni. Visto che noi finanziamo il regime che lo fa, meglio saperlo, direi.

  3. E’ molto difficile trovare un dialogo qui, Gaia, perché si arriva alle basi valoriali di ciascuno, le tue e le mie che sono difficilmente modificabili e se lo sono, in tempo lungo.

    Io noto che
    o – collaborava con Il Manifesto
    o – trattava 1 – di sindacati antigovernativi 2 nella polveriera egiziana,
    Che sia stato fatto fuori brutalmente è un fatto.
    Io discuto 1 – che ci si scandalizzi 2 – che si ritenga corretta la sua posizione.
    o – che il mondo sta andando in malora anche per questo orribile interventismo culturalrazzista di gente che va in altri paesi a “insegnare” loro come dovrebbero vivere.

    Non posso non andare alle due nefande salvatrici ingerenti in Siria contro Assad e pro bande islamiste.
    Non nascondo che io sono profondamente ostile a questa genia che poi è la stessa che collabora e apologizza l’invasione-guerra migratoria in corso.
    Una sorta di castalia orribile che lastrica molto bene vie verso inferni reali (v. caso siriano, appunto, del democratizziamo, diritizziamo la Siria contro Assad brutto cattivo etc. etc., Gheddafi assassinato da francesi, da quel mentecatto criminale di Bernard-Henri Levy).
    Poco da aggiungere alle parole di G.L. Ferretti.

    Ovviamente in tutto questo c’è anche il globalismo affaristico, economico, che hai sottolineato.
    Poi si torna sempre al problema della sovrappopolazione: tu (ed io in misura minore, per il solo occasionale riscaldamento) possiamo usare la legna autoprodotta (raccolta, trasportata, tagliata etc. da sé) perché ci sono decine di milioni di persone (italiani e ormai invasori) che usano il gas. Se essi tagliassero, non ce ne sarebbe per noi.
    Le colline in Appennino erano pelate quando non c’era il gas.
    Dissesti pazzeschi ad ogni pioggia.
    E la popolazione era poco più della metà e con un tenore assai misero, rispetto all’attuale.

  4. Non è vero, non collaborava con Il Manifesto. Avrebbe voluto farlo ma non lo stava facendo.
    Tu sai qual era la sua posizione? Hai letto quello che ha scritto? Pensi che non bisognerebbe mai fare ricerche in paesi non propri? Cosa ne pensi dei suoi collaboratori egiziani? Non dovrebbero impicciarsi neanche loro? E allora chi?
    Riguardo al riscaldamento, è ovvio che non c’è legna a sufficienza per la popolazione attuale e i consumi attuali. Casa mia raramente supera i 17 gradi nella stanza più calda e io sto benissimo perché sono vestita di lana con calzini di lana. È una casa di circa 70 mq e se non costerà troppo cambierò i vetri delle finestre per bruciare di meno. La popolazione di una volta qui era insostenibile anche in rapporto alla disponibilità di legna, e i boschi non esistono solo per essere bruciati da noi. Lo dico apertamente anche se è una delle cose più impopolari che si possano dire.

  5. Riguardo allo scandalizzarsi, io rivendico la mia reazione emotiva quando si trova una persona uccisa tra sofferenze indicibili, chiunque questa persona sia. Idem se si tratta di un animale. Non è mai venuto niente di buono dalla tortura. Se per scandalizzarsi tu intendi “stupirsi”, allora no, non mi stupisco. Ma me ne dolgo profondamente.
    La libertà di “scandalizzarmi” perché una persona viene martoriata è una di quelle che danno senso alla mia vita. Non posso obbligare gli altri a provare gli stessi sentimenti. Ma pensa a tuo figlio. Esiste qualcosa che lui possa fare, qualsiasi cosa, perché tu accetti che qualcuno ti dica, nel caso dovesse fare una fine simile, “se l’è andata a cercare”?
    Spero di no.

  6. (E contro la Siria si sono ribellati i siriani, in primis. Questo particolare viene spesso dimenticato. La guerra è partita con una protesta di massa con radici complesse)

  7. per evitare di usare tonnellate di legna/gas per riscaldarsi basterebbe supercoibentare gli appartamenti/case e far diventare gli alloggi da classe energetica “G”, quali sono ggi il 99% delle abitazioni in Italia, a classe “A”, come fanno in Germania. Scompare o quasi l’impianto di riscaldamento e viene sostituito al massimo da una piccola pompa di calore da 3 o 4 Kw.

  8. Sono d’accordo sull’utilità di coibentare, ma:
    – bisogna comunque cucinare; per tenere accesa una pompa di calore come quella che dici tu e al tempo stesso cucinare con un forno elettrico o a induzione dovrei cambiare tutto l’impianto elettrico, che attualmente non regge più di 3 kw. Inoltre, anche produrre elettricità inquina e al tempo stesso, a differenza della legna, non garantisce l’autosufficienza locale. La costruzione di nuovi elettrodotti è una delle questioni ambientali più contestate al momento in Friuli
    – non si considera mai, in queste soluzioni, che anche coibentare e cambiare classe energetica alla casa costa non solo denaro, ma anche risorse. Bisogna estrarre, lavorare, trasportare i materiali e consumare l’energia necessaria. In quanto tempo si amortizzano il cappotto e la sostituzione di tutti gli infissi?
    – non sono un’esperta, ma non credo che la tecnologia delle pompe di calore funzionerebbe in un clima molto freddo come quello in cui vivo: da dove verrebbe il calore? Molto modestamente cito wikipedia: ” In altre parole, quando fuori fa molto freddo, conviene produrre calore all’interno con una stufetta piuttosto che prenderlo dall’esterno.”

  9. Senza contare che, per evitare l’accumulo di gas nocivi e di umidità, le case vanno anche arieggiate, e arieggiandole si raffreddano.
    Piuttosto, bisognerebbe scoraggiare la costruzione di megacase in zone fredde, come quelle di montagna, il che avrebbe vari benefici ambientali oltre alla riduzione del consumo per il riscaldamento.

  10. Quando fa molto freddo il COP di una pompa di calore diminuisce, certo, ma è sempre maggiore di una stufetta ad effetto joule. Poi per arieggiare e cambiare l’aria in casa ci sono soluzioni oramai collaudate come la ventilazione meccanica controllata a recupero di calore. Purtroppo in Italia questi impianti non ci sono o solo limitati perchè manca competamente la mentalità.

  11. Sì, ma che impatto ambientale hanno queste soluzioni? Quanti lavori bisogna fare?
    E poi non è solo questione di mentalità: io non vorrei mai vivere in una casa in cui non si possono aprire le finestre! Il risparmio energetico è importante ma non è l’unica cosa. Dipende da dove si vive, ma con la legna ho altri benefici, come la disponibilità di energia a chilometro zero, l’autosufficienza se non individuale comunitaria, la cenere come fertilizzante… Non dobbiamo vivere vite impossibili o tecnologicamente troppo complicate: ci sono altre soluzioni, tipo essere meno e consumare meno.

  12. (E comunque, se ho ben capito il paragone, nessuno riscalda le case con stufe elettriche)

  13. Invito a leggere cosa contestualizzava il buon Dezzani:
    “Italia ed Egitto marciano unite come ai tempi di Enrico Mattei e di Gamal Nasser: troppi ne sono infastiditi, a Tel Aviv, come a Londra e Washington. Segue a ruota il brutale omicidio di Giulio Regeni, di cui vanno attentamente analizzate dinamica e tempistica.”
    http://federicodezzani.altervista.org/omicidio-giulio-regeni-unoperazione-clandestina-contro-legitto-e-gli-interessi-italiani/

    Condivido appieno quanto afferma UnUomoInCammino, sopra.

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