trash

Io mi sono astenuta dal commentare gli ultimi scandali italiani riguardanti il presidente del consiglio innanzitutto perché non avevo assolutamente niente da dire a parte:  SCHIFO (come da molti anni a questa parte del resto), e poi perché preferirei ignorarli: una delle più grandi umiliazioni inflitte da questo soggetto al nostro paese è di invitarlo e a volte costringerlo a parlare ossessivamente di lui quando ci sono altre sessanta milioni di persone in Italia che condividono una marea di problemi sociali, politici ed economici comuni e spesso trascurati, per non parlare dello stato disastroso in cui versa il nostro territorio e l’ambiente, o, se vogliamo, anche delle notizie incoraggianti che ogni tanto si potrebbero dare. Però voglio dire una cosa sola, e cioè che non so se per causa sua o meno, e comunque seguendo una tendenza internazionale di lungo corso (provate a vedere che giornali vendono in Gran Bretagna, e la nostra stampa sembrerà al confronto più intellettuale di un corso di filosofia), i media italiani sono ormai, e nella loro totalità per quanto riguarda i più letti, visti o ascoltati, sprofondati in una palude di volgarità, pettegolezzo (non gossip, che non è una parola italiana, ha una traduzione esatta nella nostra lingua e quindi non c’è motivo di usarla), e trash al di là di ogni sopportazione. E non parlo neanche della morbosità della cronaca nera, delle notizie frivole spacciate per importanti o del gran circo mediatico che è il calcio: no, parlo proprio, nello specifico, dell’incessante sfilata di figa in tutte le salse che sono diventati telegiornali, riviste e siti. Lasciando stare la tv che si sa benissimo com’è, sono giorni che la Repubblica ha sulla sua pagina principale foto sempre diverse di Ruby, e non se ne può più, la ragazza occhieggia anche sui siti de Il Corriere e La Stampa, Il Fatto Quotidiano stratitola su di lei, insomma si salvano solo i soliti media piccoli e trascurati, e Il Manifesto, che avrà i suoi difetti ma certamente il merito, dio lo benedica, di tenere la discussione su temi importanti e su un livello intellettuale e di analisi piuttosto alto (ma rischia anche lui). Peccato che nessuno lo legga. Per quanto riguarda la Repubblica, visto cosa è diventata (e ce ne sarebbe da dire) alle volte vorrei che rinsavisse o fallisse, ma più è così, più fa appello ai bassi istinti della gente, meno corre il rischio di fare o l’uno o l’altro.

Mi sono sfogata.

7 risposte a “trash

  1. Se vivessimo in un paese normale, 2 femtosecondi dopo lo scoppio dello scandalo il premier si sarebbe dimesso sua sponte. Se non l’avesse fatto, dopo 6 femtosecondi la *sua* parte politica l’avrebbe sfiduciato per non scomparire essa stessa dalla scena politica italiana. Se ciò non fosse avvenuto, dopo 2 minuti la parte sana del paese avrebbe dato origine ad una protesta tale da provocare la fine del governo e la scomparsa definitiva di magnaccia, papponi e prostitute.

    Purtroppo non viviamo in un paese normale: la spazzatura (trash) è ovunque, e sta esplodendo, inizia a fare breccia, è vomitata dalle crepe. Lì dove il tessuto sociale è più debole, si manifesta in modo più evidente: nella politica (che è debolissima), nelle strade delle periferie (abbandonate a se stesse), nelle stanze degli anziani (idem), nei capannoni delle fabbriche (soprattutto in quelle torinesi di automobili).

    La stampa non è nient’altro che lo specchio deformante della nostra società, per cui riflette ciò che ha davanti: immondizia. Se – dopo tutti i disastri che questa classe politica ha creato – lo scandalo si riduce alla figa, beh allora che si riempiano le prime pagine di figa, a nove colonne. La prossima tappa sarà la mercificazione del lavoro, e dunque della libertà. Scusa la bile (ma è tanta).

  2. Non so decidere se sia più inquietante lo spettacolo a cui veniamo sottoposti in questi giorni (da gente che pare non veda l’ora di divertirsi a sottoporcelo), oppure la constatazione che dopo ogni malefatta del premier gli italiani AZZERINO la memoria, e ricomincino a scandalizzarsi (da capo) a quella successiva, per non parlare del fatto che c’è una parte del paese che si sta scandalizzando solo adesso (e credo si possa capire di quale parte in particolare parlo, indizio: fanno capo al Vaticano), come se gli infiniti processi, i rapporti con la mafia, le leggi ad personam, le figure di merda internazionali, la mancanza di rispetto nei confronti di intere categorie come magistrati, o italiani di sinistra, o le donne, come se tutte queste cose fossero meno gravi dell’andare a puttane.
    Non è adesso in particolare che si dovrebbe dimettere. Doveva già dimettersi anni fa, e poi anni prima ancora.

  3. p.s. la pagina de La Repubblica di oggi ha ben due titoli su Barbie, e riesce a nominare nella stessa colonna Belen, Megan Fox, Anne Hataway, George Clooney, e non ce la faccio più ad andare avanti ma ce ne sono altri, con altrettante notizie irrilevanti su ciascuno di loro. Anche il Corriere è preoccupato per la magrezza di Megan Fox. Anche la Stampa! Quand’è che i grandi quotidiani nazionali sono caduti così in basso? (no non me ne sono accorta adesso) certo, alla gente è sempre piaciuto spettegolare, ma ci sono i giornali apposta per chi non ne fa a meno. Quelli seri dovrebbero restare seri.
    la cosa che mi fa nervoso è che chi scrive ste stronzate qui, che alimentano e assecondano la frivolezza generale dell’opinione pubblica, viene pagato più di chi magari rischia la pelle e scrive articoli sulle nostre mafie per un bianco e un nero. voglio sperare non sia vero ma temo sia così.

  4. emil suggerisce un modo per rendere le pagine del corriere e di repubblica più decenti: http://retreatretreat.wordpress.com/

  5. secondo me il discorso è anche un altro. articoli brevi e superficiali, pettegolezzi, foto pescate in rete, costano meno. chi vuole l’informazione gratis su internet deve poi chiedersi come le ricerche e il lavoro dei giornalisti verranno finanziati (con la pubblicità, certo, ma non basta, inoltre non illudiamoci che non condizioni forma e contenuti).
    lamentarsi della cattiva qualità di un servizio che non si è disposti a finanziare è ingiusto. infatti io non compro più Repubblica perché fa schifo, e compro il Manifesto perché è ancora buono e voglio dargli i miei soldi. se poi c’è un modo per sostenere con donazioni volontarie l’informazione su internet, va bene, ma bisogna farlo

  6. Cara Gaia,
    ancora una volta credo tu abbia centrato il cuore della questione: l’aspetto davvero più inquietante della vicenda è l’assoluta mancanza di memoria della maggior parte degli italiani, che continuano a votare/sostenere loschi figuri che in passato hanno fatto di tutto, per non parlare delle sentenze passate in giudicato. Ma – come osservi tu – un quotidiano come «Repubblica», che pure è uno dei primi per tiratura in Italia secondo Audipress, invece di approfondire analisi di questo tenore, pubblica schifezze (non so come chiamarle altrimenti!) relative alle presunte fantasie del premier sulle infermiere sexy, con tanto di compendio di video trash.
    Io continuo a credere che il ‘G’iornalismo sia il resoconto oggettivo e sincero dei fatti, con a seguito un commento che apra la mente al lettore su quanto è avvenuto (commento sul quale si può poi concordare o meno); e non la sterile riproposizione di temi commerciali (sesso, pallone, auto, gossip) che servono solo ad alimentare le insane manie dei lettori senza comunicare un accidente che non siano tette, culi, sconfitte fuori casa, etc. etc. (per queste cose dovrebbe esserci la stampa specialistica: vuoi le tette? Ti compri «Playboy». Ronaldo? «La gazzetta dello sport»).
    Che fine hanno fatto le grandi firme di un tempo?
    Meglio – decisamente meglio – i tuoi post…
    Buona giornata!

    mk

  7. è un incubo.

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